
Quanta strada abbiamo fatto! Dalla prima catena di montaggio immaginata da Ford all’inizio del XX secolo alla rivoluzione dei gemelli digitali, l’industria non ha mai smesso di trasformarsi. Oggi le repliche virtuali consentono di progettare, testare e ottimizzare sistemi complessi in tempo reale, ridefinendo completamente gli standard di efficienza, sostenibilità e innovazione. Un’evoluzione che assomiglia a una vera e propria rivoluzione e apre un campo di possibilità immenso, che spazia dal settore manifatturiero a quello della salute, passando per le infrastrutture digitali, l’edilizia e i data center.
La tecnologia dei digital twin, resa possibile dall’interconnessione tra IA e data center, sta progressivamente rivoluzionando l’industria. L’idea alla base di questo nuovo concept è quella di modellare sistemi fisici anche complessi in ambienti virtuali, in modo da migliorarne la progettazione, l’efficienza e la sostenibilità. Che si tratti di data center, sanità, industria manifatturiera o edilizia, l’uso di questa tecnologia si sta espandendo in Francia, come nel resto del mondo… e sembra non avere limiti.
I gemelli digitali sono nati negli anni 2000 nel settore aerospaziale, dove la NASA li utilizzava per simulare e monitorare il funzionamento dei vari sistemi durante le missioni nello spazio. Da allora la soluzione si è tuttavia evoluta per essere applicata a molti altri campi, grazie all’ascesa dell’intelligenza artificiale e dell’IoT.
Numerosi casi d’uso
Nel campo della salute, i gemelli digitali offrono prospettive molto promettenti per la medicina preventiva e su misura. Consentono, ad esempio, di creare modelli digitali del corpo umano, in modo da simulare l’applicazione delle cure prima della loro effettiva somministrazione. Queste repliche virtuali facilitano inoltre la formazione dei professionisti sanitari e accelerano la ricerca clinica, permettendo di testare vari scenari di risposta a patologie complesse come comorbidità e malattie rare. Per questo sono stati sviluppati diversi programmi europei, come l’EDITH (European Virtual Human Twin), che uniscono ricercatori, clinici e industriali nella creazione di soluzioni innovative.
Anche l’industria manifatturiera sfrutta ampiamente questa tecnologia per ottimizzare le catene di produzione. Le case automobilistiche usano i gemelli digitali per progettare e testare virtualmente i veicoli, abbattendone così i costi di prototipazione e abbreviando il time-to-market. Nelle fabbriche, invece, questi modelli consentono di monitorare le prestazioni delle macchine in tempo reale, identificare i colli di bottiglia e migliorare l’efficienza operativa.
Il settore dell’edilizia, invece, si serve dei gemelli digitali per modellare progetti infrastrutturali complessi e ottimizzarne la sostenibilità e l’impatto ambientale. Gli urbanisti utilizzano i modelli interattivi per simulare flussi di traffico, impatti climatici e fabbisogno di risorse. In fase operativa, infine, questa soluzione facilita la manutenzione predittiva di edifici e infrastrutture, rilevando le anomalie ben prima che diventino critiche.
Per quanto riguarda la logistica e le catene di approvvigionamento, l’interesse alla tecnologia dei gemelli digitali offre la possibilità di simulare e prevedere le possibili interruzioni della supply chain. Così diverse aziende sfruttano già questa tecnologia per ottimizzare i flussi di trasporto, ridurre i costi operativi e migliorare la resilienza in caso di crisi, come dimostrato durante la pandemia di COVID-19.
“Questa tecnologia ha fatto molta strada dagli anni 2000 e ora può essere applicata a un’ampia gamma di settori grazie all’ascesa dell’intelligenza artificiale e dell’IoT”.
Il settore dei data center, infine, non sfugge certo a questa rivoluzione. La tecnologia dei gemelli digitali consente infatti di ottimizzare la gestione delle infrastrutture simulando i flussi termici ed energetici, con il risultato di migliorarne l’efficienza energetica, grazie a una gestione molto più precisa dei sistemi di raffreddamento (che si tratti di free cooling o di raffreddamento a liquido diretto). Inoltre le analisi in tempo reale consentono di anticipare le esigenze di manutenzione attraverso modelli predittivi, riducendo di conseguenza le interruzioni del servizio e prolungando la durata delle apparecchiature.
Questa tecnologia si rivela quindi essere uno strumento davvero trasversale, in grado di migliorare l’innovazione e la sostenibilità in una vasta gamma di settori e di aumentare notevolmente la loro capacità di prevedere, simulare e ottimizzare i processi fisici, offrendo una grande opportunità a tutte le aziende che cercano di coniugare prestazioni operative e sostenibilità. Con la rapida evoluzione delle tecnologie IA e IoT, le applicazioni dei gemelli digitali continueranno senza dubbio a crescere ulteriormente, facendo di questa soluzione il vero motore della trasformazione nei decenni a venire.
Data4 si lancia nel campo dei gemelli digitali con Wattdesign
L’azienda francese Wattdesign, pioniera nell’introduzione del gemello digitale adattato al settore dei data center, si appresta a implementare questa tecnologia per uno dei clienti di Data4 ospitati nel campus di Marcoussis (nella regione di Parigi).
Ma che in che cosa consiste il gemello digitale di un data center? Il digital twin di un data center è una replica virtuale in 3D dell’intera struttura, capace di simularne il comportamento fisico in qualsiasi scenario operativo. Così facendo, consente di rappresentare virtualmente i “mattoni” di un data center: dalla catena di alimentazione elettrica, al sistema di raffreddamento, passando per i dispositivi informatici di tutti i principali OEM.
“Il gemello digitale è una replica virtuale in 3D di un data center che può simulare il suo comportamento fisico in qualsiasi scenario operativo”.
Si tratta quindi di un DCIM “aumentato”, che permette di ottenere informazioni estremamente precise e in tempo reale. Infine aiuta a prevedere e controllare meglio in che modo i cambiamenti influenzano le prestazioni e la produzione IT del data center.

Sylvie Boudoux, direttrice e fondatrice di WattDesign: “Il modello digitale ottimizza la gestione degli asset di un data center, modellando l’intera catena elettrica e garantendo ridondanza e bilanciamento dei carichi. Prevenendo i guasti e analizzandone l’impatto, assicura così la massima continuità operativa.
Si tratta, in definitiva, di uno strumento essenziale per il capacity planning, che offre una visione prospettica dell’evoluzione delle sale e permette di ottimizzare il raffreddamento attraverso la simulazione dei flussi d’aria (CFD), migliorando le prestazioni energetiche e riducendo il PUE. Integrando dati reali, questa tecnologia aiuta inoltre a valutare le emissioni delle infrastrutture (scope 1, 2 e 3).
Ad esempio, per Bank of America Merrill Lynch / CBRE, il digital twin ha invitato ad aumentare la temperatura di soffiaggio di 5 gradi, generando un risparmio di 1,5 milioni di dollari, pari a 4.000 tonnellate di emissioni di CO₂ evitate in 24 mesi. Questo ha permesso una riduzione del PUE del 15% e il recupero di 350 kW di capacità persa, per un guadagno totale di 8,75 milioni di dollari e un ROI ottenuto in appena 4 mesi”.